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Splendidi dipinti ad olio di Harmonia Rosales ribaltano la sceneggiatura

Feb 11, 2024Feb 11, 2024

I dipinti ad olio dell'artista di Los Angeles Harmonia Rosales esposti allo Spelman College Museum of Fine Art sono assurdamente virtuosistici. Come gli antichi maestri europei a cui si ispirano, i dipinti di Rosales brillano di una luce ultraterrena. E rendono gli esseri umani con una magnificenza trascendente che fa sembrare il suo lavoro simile a ciò che si può sperimentare nei grandi musei del mondo: il contatto con il divino.

Artista di origine afro-cubana, Rosales nella sua mostra personale “Master Narrative” fa riferimento a quegli antichi maestri, ma ribaltando il carretto delle idee accettate di “maestria”. Nei suoi venti dipinti e in un'installazione in mostra allo Spelman College Museum of Fine Art, sta anche ribaltando le nozioni di moralità, storia, eroi e cattivi della pittura rinascimentale.

Credito: per gentile concessione di Harmonia Rosales/Spelman College Museum of Fine Art

Credito: per gentile concessione di Harmonia Rosales/Spelman College Museum of Fine Art

Ad Atlanta, per l’inaugurazione della sua mostra itinerante “Master Narrative”, Rosales ha detto: “Credo che non esista una narrazione principale. Una, singolare narrativa principale.

E così, invece della bionda Venere di Botticelli ne “La nascita di Venere”, Rosales offre lo splendido dipinto “La nascita di Oshun” in cui una divinità yoruba o “orisha” (che ricorre in tutta la mostra) è raffigurata come una divinità imperfetta ma splendente. dea la cui scintillante pelle nera è ricoperta d'oro.

Facendo cenno ai dipinti religiosi di Michelangelo nelle sue storie di creazione, Rosales sostituisce quelle visioni cristiane di divinità, grazia, bellezza e vizio con immagini e idee tratte dalla religione Yoruba dell'Africa occidentale.

Invece, attraverso la sua rivisitazione della storia da un punto di vista femminile e africano, Rosales ha detto: “Spero di aiutare a ispirare altri artisti a portare davvero il loro background culturale in una conversazione più ampia affinché le istituzioni possano insegnare alle generazioni future”.

Rosales ha una certa rinascita e rigenerazione nella sua storia. Rimasta in gravi difficoltà finanziarie con due figli piccoli dopo il divorzio, ha dovuto reinventarsi ed è tornata alla sua passione per l'arte a lungo repressa. Sulla scia di quella devastazione personale, sottolinea Rosales, avvenne qualcosa di meraviglioso e trasformativo. "Accadono cose brutte, ma ti portano al tuo destino finale."

Credito: Michael Butler Jr

Credito: Michael Butler Jr

Sebbene descriva una trascendenza nel suo dipinto “Still We Rise”, in mostra allo Spelman, sta anche toccando la sua stessa metamorfosi.

Rosales afferma di aver iniziato a creare il proprio lavoro dopo aver ricercato le tradizioni religiose degli Yoruba che erano state soppresse durante la schiavitù. Voleva celebrare quelle convinzioni e le donne nere che lei e le sue giovani figlie non vedevano nei dipinti rinascimentali che vedeva appesi alle pareti dei musei. Pensa che rappresentare i neri come belli e regali nei suoi luminosi e accattivanti dipinti ad olio abbia aiutato le sue due figlie, che ora hanno 13 e 10 anni, a crescere con una certa sicurezza di sé.

Al centro del “Master Narrative” di Rosales c'è un'opera d'arte straordinariamente bella la cui realizzazione ha richiesto cinque anni. Come il soffitto della Cappella Sistina di Michelangelo, è una storia della creazione raccontata in molti pannelli, anche se qui i protagonisti sono i neri, e Adamo e Dio sono raffigurati come donne nere. I dipinti sono realizzati sulla parte inferiore di una nave di schiavi in ​​legno rovesciata che richiede agli spettatori di allungare il collo per ammirare la vasta cornucopia di immagini.

Credito: Michael Butler Jr

Credito: Michael Butler Jr

Di tanto in tanto Rosales vira da immagini che glorificano e nobilitano a immagini che scambiano con una visione più inquietante di violenza e degrado che ricorda il lavoro di Kara Walker. Nelle inquietanti immagini della sagoma di Walker i padroni degli schiavi commettono atti indicibili e gli schiavi si ribellano con rabbia giustificata.

In “Still We Rise”, un dipinto scandalosamente dettagliato e carico di depravazione come un Hieronymus Bosch, un padrone di schiavi fa dondolare crudelmente un bambino per il suo minuscolo polso e una fila di schiavi viene portata via in catene. Un cielo pieno di trascendenti angeli neri che indossano aureole dorate bruciano una bandiera confederata e fuggono dalla violenta realtà della schiavitù sulla terra. È un'immagine di colonizzatori e schiavisti che difficilmente incontrerai al Louvre o agli Uffizi di Firenze. Il lavoro di Rosales sottolinea l'idea che nella maggior parte delle istituzioni culturali, come si suol dire, "la storia è scritta dai vincitori".